PROGETTO  2000

CENTRO EDUCAZIONE CORPOREA PER LE “GINNASTICHE” E “DANZA” A LIVORNO.
Ai Genitori delle bambine e dei bambini che frequenteranno i corsi (aggiornato al 01.01.2014).

INFORMATIVA PROGRAMMATICA.

CON L’INIZIO DEL 15 SETTEMBRE 2014, PROPONIAMO PER L’ANNO SCOLASTICO LO STESSO NUMERO DELLE ATTIVITA’ DELL’ANNO PASSATO (13), E DUE NUOVI CORSI. CREDIAMO DI ESSERE IN GRADO DI SODDISFARE TUTTE LE RICHIESTE, ANCHE SE LA RICERCA DEGLI SPAZI EDUCATIVI IDONEI E’ DIFFICILISSIMA, COME I GENITORI DELLE NOSTRE ALLIEVE SANNO DA ALCUNI ANNI.

Il Consiglio direttivo del nostro Centro, dopo esperienze specifiche nei nove anni precedenti, nell’Agosto 2010, ha deciso di rendere il C.E.C. quale sede permanente della SCUOLA di GINNASTICA RITMICA, GINNASTICA ARTISTICA, e DANZA. Continueremo pertanto, anno per anno, ad ampliare l’attività (nel 2006 avevamo 40 iscritte ed ora 270) e ad organizzare la “leva” per le giovanissime atlete, ed i relativi campionati e rassegne (UISP,  AICS, ecc.). Cercheremo di orientare i genitori che accompagnano le piccole atlete, presso gli spazi educativi più vicini all’abitazione, alla scuola, o al posto di lavoro, o ai servizi, per evitare spostamenti “insostenibili”, con auto o moto (contemporaneità degli eventi in attesa dell’utopia di una “smart city” tecnologicamente coordinata integralmente, “by smartphone”). Come ben sanno i genitori delle bambine e ragazze (il progetto è indirizzato espressamente a loro ed  a dieci maschietti, perchè la nostra associazione è composta dal 97% di donne, per un totale complessivo di circa 700 iscritte nel 2013/14 compresa naturalmente l’attività sociale “adulte e anziane” dell’A.F.A.), che già da molti anni frequentano i nostri corsi. Alla fine di settembre i gestori e l’organizzazione comunale, che ci permettono di affittare le palestre scolastiche a costi limitati, non sono ancora in grado di darci assolute certezze; questo nonostante i nostri sforzi, e nonostante che il numero delle atlete, anno per anno, sia in aumento.  Essendo considerate “Le Ginnastiche” a livello locale come uno sport minore, noi tutti, dirigenti, docenti e genitori, dobbiamo sapere che anche questo anno incontreremo difficoltà in relazione al reperimento degli spazi educativi idonei (nonostante le numerose lettere al Sindaco e agli Assessori competenti, e le interminabili riunioni con i tecnici dello Sport, della Scuola , della Mobilità dell’Amministrazione) per le lezioni distribuite al centro e a sud della città. Le difficoltà sono relative all’organizzazione “logistica” (operiamo in sei palestre diverse), alle attrezzature costose da distribuire in più sedi, spesso alla loro pulizia anche se non ci compete, e all’espletamento delle gare e delle manifestazioni. Abbiamo comunque, la certezza di avere la copertura finanziaria per gli impianti (nel 2013 il C.E.C. ha speso per l’affitto palestre, 27.580 euro), per il nutrito gruppo insegnamento, coadiuvato da sette giovani assistenti educative (aprite il link dello STAFF per capire, e dato i tempi, il coraggio di credere nel futuro), per gli  orari ed i programmi aumentati rispetto all’anno passato, e qualche ipotesi educativa innovativa, per le bambine dai tre anni e mezzo ai sette anni. In relazione a questo impegno, il C.E.C. conferma i nuovi contratti sportivi triennali, privilegiando “giovani docenti donne” (è il loro “apprendistato” ed il loro “tirocinio”, perchè hanno l’onere di suscitare empatia e curiosità per le cose nuove che le bambine affronteranno, ed è un nostro investimento per il futuro), come prevedono il nostro regolamento e lo statuto.
E’ opportuno ricordare che il PROGETTO propone, che le bambine della scuola dell’infanzia in linea di massima, frequentino i corsi di “Educazione Psicomotoria” ed i primi corsi propedeutici di RITMICA, ARTISTICA, e DANZA, e ci sarà una commistione tra le tre esperienze. Quindi varie compresenze di educatrici in palestra, per la SICUREZZA, che è valida anche per le più grandi (*riflettete sui costi). Il tutto per dare loro una conoscenza sufficientemente completa delle tre discipline ed elementi fondamentali per le capacità COORDINATIVE e CONDIZIONALI da affrontare contemporaneamente; infatti, più avanti (nel periodo “dell’obbligo) a loro scelta, per empatia verso le docenti, frequenteranno o i corsi di DANZA moderna, o RITMICA o ARTISTICA, e quindi per liberissima scelta saranno loro a richiedere l’attività che amano o credono d’amare; può darsi che, se gli spazi educativi (e relativi parcheggi agibili, adiacenti, per favorire gli spostamenti delle mamme che risiedono lontano) non saranno sufficienti, saremo costretti a cambiare ed ad insistere per avere nuove sedi di allenamento, e modificare gli orari delle piccole atlete e dei docenti; i primi venti giorni d’ottobre, forse, saranno problematici e ce ne scusiamo anticipatamente. Vorremmo ricordare però, che  programmi, orari e costi, sono stati resi pubblici e notificati “a chi di dovere” a Febbraio e a fine Maggio 2014 dopo l’Assemblea Generale delle socie, e definiti con le varie proposte. Il Direttore Sportivo, Andrea, volontario come tutto il direttivo C.E.C., ha presentato all’Amministrazione Comunale una serie di idee, quali: a)* licitazione per la gestione della palestra XI Maggio (Ritmica), b)* cogestione delle T. Tesei (preagonistica e agonistica Artistica) con relativi problemi dei parcheggi, c)* cogestione della palestra Pazzini (corsi base Artistica) d)* licitazione del PalaCosmelli, e)* Progetto sulla “Cittadella dello Sport” zona Stadio,  f)* partecipazione alla licitazione per l’acquisto del terreno adiacente le XI Maggio per l’installazione di una struttura C.E.C., AUTONOMA. Puntualizziamo inoltre, che durante l’anno, ci sarà naturalmente la possibilità di cambiare gruppo, perchè con la compresenza cerchiamo di garantire la continuità didattica con l’educatrice più amata, e/o per eventuali sopraggiunti impegni di organizzazione familiare per le difficoltà degli “accompagnamenti”. Una RACCOMANDAZIONE però; cercate di seguire le indicazioni didattico-pedagogiche e organizzative suggerite dalle docenti, sono preparate nello specifico; sono indicazioni che privilegiano il processo cognitivo, relazionale, affettivo e tecnico delle bambine affidate loro. Noi abbiamo cercato negli anni, con grande difficoltà, di scegliere insegnanti, sì per la loro conoscenza tecnica che è fondamentale, ma soprattutto per la loro possibile capacità di comunicare entusiasmo, che passa per la passione ed il sentimento  personale, in modo da trasmettere autorevolmente le discipline che insegnano; è un’arte e le bambine e le ragazze avvertono e “sentono” , chi è interessato davvero alla loro “crescita”.   I genitori delle bambine e le ragazze associate, inoltre, devono sapere che il C.E.C. a seconda del loro livello tecnico , hanno il piacere-dovere di partecipare ai vari campionati provinciali regionali e nazionali  avvalendoci  della collaborazione dell’UISP (dal 1961), dell’ACLI (dal 1999), e dell’AICS (dal 2012), e i risultati ai campionati italiani nelle due discipline primarie lo dimostrano. Sappiamo perfettamente che genitori e nonni vorrebbero assistere alle lezioni; nel passato abbiamo fatto “lezioni aperte”, ma le difficoltà, e le responsabilità assicurative sopraggiunte circa l’agibilità delle palestre che ci ospitano, durante le feste scolastiche e non, sono aumentate. Perciò ci organizzeremo nello specifico, e comunque chi non è impegnato nelle gare, al termine dell’anno parteciperà alla rassegna finale (nel Giugno 2014 erano presenti 1200 persone, e chiedete comunque informazioni a chi ha partecipato negli anni passati e visionate filmati e foto) al PalaMacchia.

E’ con orgoglio che comunichiamo che il C.E.C. fa parte di quelle A.S.D. che per la SICUREZZA ha investito sull’obbligatorietà delle insegnanti a frequentare i corsi di aggiornamento (24 persone per la cultura del “soccorso”), ed ha acquistato il “DEFIBRILLATORE” (solo il 4% delle società sportive italiane al 2012 ne è provvisto), perché  il “DEA” è facilmente usabile da chiunque è presente.

Si ricorda ancora, che nel mese d’ottobre sarà comunicato l’orario definitivo, in relazione alle *ISCRIZIONI, alle *PRESENZE e agli *SPAZI EDUCATIVI CERTI, in centro o nei quartieri a sud della città (difficile missione). STESSI COSTI del 2006 (allora ci fu un aumento di un euro il mese). Per ora quindi NESSUN AUMENTO, perché confidiamo sulla quantità delle iscrizioni, nonostante la città sia in “deflazione” e tutti i problemi che abbiamo incontrato e quelli che sicuramente incontreremo. Vi preghiamo di leggere le DUE PARTI del progetto.

PROGETTO LE GINNASTICHE

PARTE PRIMA

Dopo questa premessa organizzativa e programmatica, sulla scorta anche alle esperienze pluridecennali del C.E.C. sulla preparazione delle squadre femminili di ginnastica, di basket, di danza e danza moderna, ecc. (cinquantadue anni d’esperienze educative-sportive sintetizzate approssimativamente, in 16 pagine), v’invitiamo a leggere con calma questi assunti in parte aggiornati al 01.12.2012.

NON ALLARMATEVI PER L’AMPIEZZA, PER I CONCETTI, E PER IL LINGUAGGIO DA “ESPERTI” QUI ESPRESSI. Sono una serie d’INFORMAZIONI UTILI, ed ARGOMENTI  che non riguardano solamente le attività sportive delle vostre figlie, ma RIFLESSIONI e CONSIDERAZIONI che più o meno i genitori  conoscono,  e potranno essere approfondite, se lo desiderano. Assunti che noi vorremmo, come docenti e dirigenti, puntualizzare, confrontare, e convenire con voi. E’ una sorta del pensiero del C.E.C. “in pillole”; quindi siete pregati di accettare con beneficio d’inventario alcune considerazioni “datate”, che appaiono pedagogiche ed “apologetiche” (per convincere i genitori circa la loro efficacia educativa) e forse anche un poco moralistiche, ma sempre soggette al confronto DIALETTICO, ed a una verifica costante. Inoltre nella comunicazione moderna, la capacità di sintesi è una condizione fondamentale; purtroppo noi non abbiamo questo dono, e naturalmente, essendo questi argomenti sicuramente un poco pletorici ed anche  ripetitivi (per desiderio d’informare, e poi condividere se possibile), siete pregati, di darci indicazioni per SNELLIRLI, CONTESTARLI e CORREGGERLI. Le mamme, soprattutto, sono sollecitate ad armarsi di santa pazienza e sono pregate di leggere queste lunghe pagine, così potranno comprendere quali sono le nostre proposte, e perchè queste esperienze motorie,
NON SONO SOLO GINNASTICA!

Questi assunti, sono esperienze psico-pedagogiche, metodologiche, didattiche e tecniche, applicate all’apprendimento cognitivo-motorio, nell’età dell’infanzia, nell’età prepuberale e post-puberale delle attività sportive complesse come le “GINNASTICHE” e la DANZA; certamente, parafrasando il PROGETTO 2000 da noi formulato (Centro Studi e Formazione del C.E.C. nel 1999), per l’ACLI Basket femminile Livorno ed il S.A.T. del Tennis Libertas Livorno, e lo stesso C.E.C. nel 2000.

Pertanto vi presentiamo in modo articolato,  un PROGETTO EDUCATIVO, visto che ci affidate una piccola parte dell’educazione delle vostre bambine e ragazze, e una quindicina di maschietti, e dovete capire necessariamente, chi siamo  e/o chi vorremmo essere.
E’ rielaborato sui principi dell’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ (O.M.S.); e la nostra ricerca si basa sul Codice Europeo d’Etica Sportiva, e che su tale codice si fondano le:

“ GINNASTICHE E DANZA COME VEICOLO EDUCATIVO E FAIR PLAY”.

Non abbiamo solo “mutuato” questi assunti dalle Università di Scienze Motorie e Scienze dell’Educazione, dai corsi di formazione sportiva del C.O.N.I, o dai risultati dei progetti Ser.T. provinciali dell’ASL 6, o dai nostri corsi formativi dei vari enti di propaganda sportiva (UISP, in primo luogo, ACLI, CSI, AICS, ecc.); li abbiamo elaborati ed adattati integrandoli con indicazioni maturate dalla Psicologia dello Sport, e da alcuni autori di Psicologia Dinamica e Pedagogia.
Capirete che questi assunti si proiettano nel divenire educativo di vostra figlia (per parecchio tempo), e quindi, necessita della vostra approvazione, del vostro coinvolgimento emotivo, organizzativo ed economico (sappiamo quanto spendete per le quote associative e le gare di vostra figlia e come la situazione economica del paese e della città sia difficilissima. La scuola di base ha difficoltà, non solo economiche, a programmare le attività motorie, ed il Comune e il CONI forse non potranno dare in futuro, coperture finanziarie per l’esperienza veramente positiva di “Gioco-Sport” di Livorno e Provincia; ed è anche per questo, che  NON CI SARA’ ALCUN AUMENTO nel 2014, e speriamo anche nel 2015; noi, insegnanti e dirigenti, metteremo la nostra esperienza (è il nome che diamo ai nostri errori passati e presenti in attesa di quelli futuri, perché il C.E.C. opera nel settore delle attività motorie e sportive dal 1961), le nostre certezze e i nostri  dubbi.

Anche  se non condividete in pieno ciò che crediamo utile per partecipare all’educazione “totale” ed “integrale” di vostra figlia, (CONFRONTIAMOCI anche attraverso il nostro sito ed in modo dialettico), vi preghiamo di parlarne con lei e soprattutto di comprendere i suoi interessi, i suoi stupori, le sue emozioni, i suoi sogni, le sue paure se è piccola, e aiutarla nel riconoscere, se è più grande, le sue “pulsioni” che sfociano verso le “emozioni” opportunamente coltivate per gli eventi del suo mondo, ed i suoi “sentimenti”. I sentimenti sono gli elementi cognitivi che scaturiscono in genere, dall’amore per la lettura e per la “cultura” che ha intorno, e soprattutto in famiglia e a scuola. Aiutatela inoltre, coinvolgendola  ed emozionandola positivamente, a riconoscere  gli obbiettivi e la sua capacità d’interpretare e progettare parte del suo futuro, inteso come promessa e non come imprevedibile minaccia.
Noi tutti e insieme,  forse potremo aiutarla a “capire la vita” (parolone), e fare in modo che lei diventi “UNA RISORSA E NON UN PROBLEMA”. E’ assodato che anche nell’educazione motoria e sportiva, i risultati si ottengono coalizzando forze diverse che  si confrontano ma che cercano una sintesi,  proiettandola sui discenti, senza che nessuno di noi adulti abbandoni  la propria diversità e rinunci ai propri ruoli e alle proprie idee.

VANTAGGI PRINCIPALI:

  1. Capacità di colmare i “tempi morti” quotidiani, per le ragazze;
    “tempi morti” per noi sono anche le ore davanti al televisore o ai giochi del computer (social games, activision, ecc), con i telefonini (la “scienza responsabile” parla già di pericolosità delle onde elettromagnetiche sui bambini, OMS 2006), o “chattando” pericolosamente, vissuti da soli, senza comunicare con gli altri nel mondo del reale, vissuti in atteggiamento passivo od acritico, o peggio, dove “internet” è diventata la nuova barriera tecnologica generazionale, che non permette un “parental control” e una “guida” per  l’incapacità di noi adulti nel comprendere gli strumenti che i giovani possono utilizzare male e a nostra insaputa. Una statistica del 2009 avverte che ragazzi e ragazze in età  prepubere e post pubere, che non hanno almeno un vero interesse culturale, che non fanno attività ludico-motoria, e che  vivono queste nuove realtà (spesso virtuali), rappresentano il problema  che assilla maggiormente  i genitori informati, gli insegnanti, la polizia postale, gli psicologi, i pedagogisti, i nutrizionisti ( il 40% degli adolescenti italiani in età prepuberale e puberale è sovrappeso, dati del 2009) ed i medici in genere. Per interessi culturali noi intendiamo: biblioteca, cinema, teatro,concerti, associazioni culturali “no profit”, impegno nell’aiuto ai diversi, impegno nell’associativismo ambientale, perchè la “green economy” è una chimera, e che con questo stile di vita europeo o americano non bastano le risorse di altri due pianeti come la terra, ed inoltre gli impegni sociali nel mondo laico, in parrocchia, ecc. ed al limite la istituzione del servizio civile per sei mesi dopo la maturità.
  2. Possibilità di svolgersi all’interno di un ambiente sano;
    spetta, come ben sapete, anche a voi genitori, buona parte del controllo costante e continuo, sull’ambiente, gli spazi educativi, i docenti, le frequentazioni, l’igiene, che noi proponiamo per le attività motorie; aiutateci a formulare e tenere  “sano” questo ambiente, per impedirne il possibile degrado.
  3. Possibilità di utilizzare, nella pratica, insegnanti preparati tecnicamente (docenti laureati che fungono anche da “tutor” permanenti per le assistenti educatrici), e  soprattutto pedagogicamente informati e formati (far “pensare con il cuore e sentire con la mente” credetemi, non è facile); e’ una nostra piccola presunzione che deve però essere verificata costantemente da parte di voi genitori. Ad ognuno il proprio ruolo però, senza eccessive interferenze tecniche-educative nello specifico da parte vostra (è capitato spesso ultimamente con le “agonistiche”), e naturalmente da parte nostra, non potremmo mai occupare spazi che solo i genitori hanno e devono avere. Noi siamo già molto occupati a correggere gli errori che facciamo,  come docenti e dirigenti; siamo sicuri però di ricercare, e avere nei confronti delle vostre bambine e ragazze, stili di comportamento né aggressivi, né passivi, e sicuramente orientati alla ricerca di comportamenti  “assertivi” coerenti.
  4. Possibilità di fare leva su due spinte: agonismo e gioco per le ragazze, e gioco per le piccole;

IL GIOCO

Ormai è assodato che le “ginnastiche” e la danza moderna, precedute dall’acquisizione di una sommatoria d’ESPERIENZE PSICOMOTORIE per le piccole dai tre anni e mezzo ai sei anni, (educazione *spazio-temporale, ed. *senso e *ideo-motoria, ed. all’*equilibrio statico e dinamico, ed. *respiratoria, ed. alla *flessibilità, ed. al *rilassamento volontario globale, ed. *posturale, ed. ai *ritmi (i bimbi sincronici parlano meglio), ed. *oculo-manuale, ed. *oculo-podalica, ed. *musicale, ecc.) svolgono una funzione importantissima sotto il profilo sociale; favoriscono l’apprendimento e la maturazione cognitiva, il pensiero astratto e simbolico, l’affinamento del “principio di causalità” e le sue connessioni, ed il “principio di non contraddizione” per l’identità e la de-terminazione delle cose. Il GIOCO orienta i processi di “ASTRAZIONE” ed il “MONDO dei SIMBOLI”, i processi di assimilazione-accomodamento, e soprattutto  l’atteggiamento ludico,  sviluppa la “coscienza di se” in rapporto con gli oggetti, le situazioni, il mondo del reale; in sintesi, “DIVENTA CIO’ CHE SEI”  ed affina la capacità di iniziare a saper “LEGGERE IL MONDO” (altre parolone). La nostra esperienza comunque, ci consegna la certezza che queste discipline psicomotorie, educative-formative, ed in seguito COORDINATIVE e CONDIZIONALI, sono il viatico per qualsiasi attività sportiva complessa che la bambina vorrà affrontare in futuro, se vorrà lasciare il C.E.C..

L’AGONISMO,

che le bambine e le ragazze affronteranno in seguito, quando saranno preparate, invece costituisce una delle naturali tendenze dell’essere umano; è un innato bisogno di emergere e di misurarsi con le situazioni, con se stesse, e con le altre. E’ l’affinamento razionale e specifico dell’istinto aggressivo, e la sua caratterizzazione innata, che non esclude però la sua educabilità, per ricercare le capacità “resilienti” istintive, affettive e cognitive (vedi RESILIENZA di O. C. Olchado, 2011) E’ quindi un’energia canalizzabile e finalizzabile e può esprimersi in maniera libera e funzionale all’educazione integrale e totale delle nostre allieve tutte, nei nostri corsi.  ATTENZIONE: anche in queste discipline, da parte di molti (federazioni, associazionismo sportivo, società professionistiche sportive, dirigenti, allenatori, docenti scolastici, genitori, media, ecc.) c’è l’impulso di anticipare i tempi, di selezionare, di privilegiare tipologie morfologiche, senza rispettare “l’orologio biologico” che ogni bambina o ragazza ha dentro di se (ho visto molte ragazze e ragazzi ai quali è stata rubata parte dell’adolescenza, anche con il contributo di noi docenti-tecnici), all’insegna del tecnicismo esasperato per ottenere effimeri risultati subito, che portano spesso al drop-out (abbandono traumatico delle attività, all’inizio più o meno, della CRISI adolescenziale) . I genitori sono pregati di aiutarci a non commettere questi errori. Oltre a ciò, vorremmo puntualizzare per iscritto nel nostro piccolo progetto, la massima attenzione per la serietà circa la frequenza agli allenamenti, il comportamento nelle manifestazioni e nelle gare future, la correttezza di noi tutti, dirigenti, educatori, genitori, ed atlete giovanissime. Sì all’emulazione ma no, alla competizione “malsana”.

Impediamo che il naturale istinto aggressivo di noi tutti, non rischi di trasformarsi in piccole violenze verbali nelle gare; perchè non è solo un problema di “stile” od “immagine” di questa nostra piccola società sportiva che va formandosi nel tempo, con SOBRIETA’, e che ormai ha cinquantatre anni d’esperienza. Si ricorda che le future competizioni sportive consentiranno di esprimere l’aggressività umana all’interno di delimitate coordinate spaziali, temporali, e regolamentari; queste ultime sono quelle che definiscono, proprio nelle regole, i limiti oltre le quali non si può spingere lo spirito agonistico e la volontà di superare le avversarie in modo scorretto; E’ una sorta di codice ETICO-MORALE codificato e riconosciuto dalle atlete che stanno diventando  “mature dentro”. Questa è la nostra ricerca, visto lo spettacolo sportivo alquanto “degenerato”.

MA PRATICARE LO SPORT, SIGNIFICA TOGLIERE TEMPO ALLO STUDIO?

E’ ormai conclamato il fatto che l’educazione integrale e totale dei nostri figli è l’obbiettivo dell’educazione moderna dove “PSICHISMO, MOTRICITA’ ed EMOZIONALITA” sono considerate non sfere distinte ma compenetrate ed interagenti. Semplicemente:
L’esercizio mentale aiuta a sviluppare correttamente l’impiego del corpo e le sue emozioni, e viceversa. Chi pratica l’attività fisico-sportiva ha bisogno di momenti di pausa, di riflessione, di esercizio della mente, vuoi che si tratti di semplici letture o di un vero e proprio interesse culturale. Allo stesso modo, e di pari passo, chi pratica un’intensa attività intellettuale necessita di momenti “di SCARICO e di GIOCOSITA”, e questo riguarda anche noi adulti.

Nel periodo estivo, (l’Istat nel 2002, dice che il 97% dei bambini della scuola elementare, intervistati, affermano di giocare poco con i genitori e solo “in casa” o “in palestra”), è opportuno che le bambine ritrovino il senso della natura, della fisicità, dell’aria, al “rumore del silenzio” (invitiamole anche nel periodo invernale, a raggiungere a gruppi, la scuola o la palestra a piedi o in bici, con un genitore a turno che accoglie e segue il “pedi-bus”); altrimenti rischiano di diventare infelici, irritabili, qualche volta sovrappeso, disattente. Ricordate però che è stato dimostrato che la creatività e la fantasia sono patrimonio anche dei bimbi distratti e la loro intelligenza consiste nel realizzare connessioni nuove e potenziare l’attivazione di circuiti neuronali innovativi; l’attenzione è connessa all’acculturazione e alle dinamiche dell’apprendimento scolastico, e non solo, ed è molto bassa fin verso i sette anni; poi quando termina buona parte della eccitabilità e della dispersione,  i bambini sono più capaci di “orientare volontariamente  la loro coscienza”. “La disposizione all’attenzione fa parte del temperamento individuale ma risente del clima culturale  e delle motivazioni che la sostengono”. L’istituzione scolastica in genere è basata sulla sequenza insegnamento-apprendimento-valutazione, e l’attenzione è il viatico e la condizione fondamentale per ottenere buoni risultati scolastici, ma spesso a scapito della fantasia e della creatività. Concentrandosi solo sull’attenzione, e sulle nuove tecnologie, il bambino rischia di perdere “la capacità di cogliere ed elaborare più stimoli diversi contemporaneamente, di seguire due percorsi ideativi, di comprendere empaticamente le emozioni proprie ed altrui”; e questo è il frutto di alcune ricerche realizzate presso l’Università americana del Wisconsin). La mia generazione, che ha profondamente dovuto rispettare l’istituzione scolastica, da piccoli ha costruito rifugi, si è arrampicata sugli alberi, ha fatto la lotta, ha giocato a nascondino, si è sporcato con terra, fango, sabbia, acqua, ha giocato ad inseguirsi, ha inventato e costruito giocattoli con nulla, ha sviluppato giochi di equilibrio e di destrezza, per strada, nei cortili, nei campi, in mare, ha fantasticato perché aveva poco, si è fortunatamente molto distratta (il bambino sarebbe intelligente ma non è mai attento, signora), si è un poco liberamente annoiata (momento riflessivo-creativo, che ora è utile per fuggire dal bombardamento delle immagini, e sfuggire dalla giornata iperorganizzata dai grandi), ha scritto le sue emozioni e i suoi sentimenti in un diario sotto un albero (ma questa scuola insegna ancora a valorizzare prioritariamente la scrittura e le capacità argomentative?). Perché non insegnare alle vostre bambine queste esperienze ed i vecchi giochi all’aperto? L’infanzia è fatta di movimento e di scoperte libere, e anche se la città non è più a misura di bambino, (in alcune città tedesche, vengono chiuse al traffico alcune strade per permettere di giocare al pallone, correre in bicicletta, pattinare, ecc.), vale la pena che genitori e NONNI*** assecondino questa educazione attiva per sviluppare anche in estate, attraverso questi giochi, lo sviluppo cognitivo, relazionale ed affettivo nelle bambine. Noi ANZIANI, che dobbiamo farci perdonare, in senso politico, l’egoismo di aver lasciato debiti alle future generazioni (tutto ciò, sembra persino, essere diventato una degenerazione antropologica, un “delirio” senile che non esita a dilapidare il futuro dei figli e dei nipoti), non dobbiamo fare i nonni soltanto, ma CHI PUO’, deve dedicarsi alla prosocialità ed all’invecchiamento attivo, all’educazione dei giovani sul tema della “intergenerazionalità”; un passo indietro però, e facciamo decidere ai nostri figli (perchè ormai siamo un paese di vecchi e un paese con idee vecchie); quindi: sostegno, aiuti concreti, sussidiarietà comunque, e suggerimenti educativi solo su richiesta, anche se vorremmo avere ancora quel ruolo di funzione pedagogica e di sorveglianza sullo sviluppo individuale dei nipoti che era un patrimonio specifico di conoscenza dei “vecchi”, nelle società patriarcali, anche attraverso l’autorevolezza della tradizione.

Un piccolo inciso di “captatio benevolentiae” per le mamme.

Voi mamme,  che siete il MOTORE del PAESE (non solo per merito di quelle che hanno la fortuna di avere un lavoro a tempo “indeterminato” o anche “precario”, e che devono insieme a tutte le altre mandare avanti la “baracca” quotidianamente, con pochi e costosi aiuti sociali), avete il diritto di vederlo ritornare normale, meno provvisorio, senza caste, senza strutture clientelari (spreco-crazia) , corporative e mafiose, senza la politica del marketing e trasformista, che avvelena anche quella “buona”, del “nobile servizio”; un paese che prima o poi, finirà di dare importanza all’ EFFIMERO e all’ideologia edonistica (ci sta già pensando la lunga crisi economica). Quindi, una nazione meno “cortigiana” che riprenderà prima o poi a privilegiare la CULTURA, le SCIENZE, la CREATIVITA’ e l’INNOVAZIONE. La società civile ha bisogno di cultura e tecnologia responsabile se vuole crescere e tentare di salvare il “welfare state” (forse morituro) e quello che rimane della “prosocialità” (forse, missione impossibile). Le madri inoltre, che hanno l’onere di dare RADICI e ALI ai loro figli,  sono diventate ormai espertissime circa l’organizzazione familiare, perchè l’Italia non è più un paese per le mamme. Pensate, che l’inventore del Quoziente Intellettivo, lo psicologo James Flynn, ha constatato ultimamente, che questa capacità organizzativa per la gestione di molti impegni contemporanei (“multitasking”, bruttissimo neologismo, meglio capacità poliedrica) delle donne occidentali, pur avendo inferiore capacità spazio-temporale, ha permesso in molti casi di superare gli uomini (c’era bisogno che  lo dicesse lui?). Infatti sulla loro pelle, le donne e la maggior parte delle mamme, stanno affrontando difficoltà familiari e lavorative notevoli, con pochissimi aiuti sociali, con i mariti con problemi di lavoro e se lo “friggono” il loro Q.I. Perciò, insegnate ai vostri figli a programmare buona parte dei loro impegni, e responsabilizzateli, ma programmate a regalarvi un tempo “lento” anche per voi (non lo state rubando a chi vi sta intorno, non abbiate sensi di colpa), per ascoltarvi e conoscervi; serve a nutrire le vostre emozioni e la vostra razionalità, la vostra psiche o la vostra anima. Non dovete occuparvi di tutto per avere tutto sotto controllo, DELEGATE, GIOCATE di SQUADRA, non cercate di essere  PERFETTE, è impossibile esserlo; è solo un poco di “sano egoismo” che vi salva dal “quotidiano”, e dal ripetitivo ed incalzante, “di corsa”, e vi fa “ricaricare le batterie”.

Nel periodo scolastico l’attività sportiva, come evidenziato dai più recenti studi nel campo dello stress, consente un rapido scarico delle tensioni accumulate durante le ore di studio ed il ricupero più veloce delle energie mentali. Praticare qualsiasi attività motoria e sportiva non significa togliere tempo e quindi produttività allo studio, ma al contrario, facilita i tempi di ricupero dell’affaticamento mentale e quindi permette di produrre di più intellettualmente, e in tempi più brevi. Pertanto il movimento riduce lo stress, migliora l’umore, e aumenta il flusso sanguigno ossigenato al cervello (è l’ideale anche per voi mamme, magari camminando agilmente lungo il mare, in compagnia, fatelo!). I genitori, sopratutto i padri dell’ultima generazione, molto più collaborativi, devono ricordare che “fra padre e madre è in atto una redistribuzione dei ruoli, funzioni e trasformazioni nell’attribuzione delle mansioni e competenze; i modelli socio-culturali ricevuti dai vecchi non sono più imitabili ed utilizzabili”. Quindi è particolarmente opportuna anche, la condivisione delle decisioni educative, spesso in contrasto coi disvalori radicati e acquisiti dai figli, proposti dalla sub-cultura dei mass-media. E’ per questo che è opportuno, che i genitori condividano oneri e responsabilità anche sulle attività sportive, e non solo sportive, scelte dai figli anche perchè questi ultimi, imparino comunque, e lo ripeto, a programmare la giornata, ed  a identificare gli obbiettivi a breve, medio e lungo periodo, dando priorità  ai concetti quali:

  • sacrificio per il risultato a lunga scadenza
  • saper sopportare le frustrazioni degli insuccessi
  • sopportare le delusioni di non essere scelte per alcune gare
  • programmare l’attività per un risultato migliore
  • collaborare con le altre per un miglior risultato comune
  • saper essere degne di sé, nel risultato positivo o negativo
  • centrare l’attenzione nel miglioramento tecnico individuale
  • affinare le proprie competenze al servizio del gruppo
  • canalizzare il proprio egocentrismo al progetto comune, per eliminare “l’indifferenza”.

L’attenzione ora va rivolta al concetto di creatività artistica specifica; l’attività motoria e sportiva stimola la ricerca di soluzioni tecniche di altissima comunicazione corporea, attraverso difficili variabili che emergono sotto il profilo tecnico individuale e collettivo. Pensate quali difficoltà ha una giovanissima ginnasta nel conoscere i propri limiti, le abilità proprie e delle compagne, interpretare le difficoltà del gruppo ed esprimersi individualmente e coralmente all’insegna di una comunicazione artistica e sportiva. Si è già visto chiaramente nelle gare e nei saggi. Qualche ragazza sembra esprimere già da subito questa comunicazione creativa e artistica, è vero, e forse sembra essere più volitiva più matura e sicura. Ha certamente più opportunità di mettersi in evidenza. Vorremmo ricordare però, che in base alla nostra esperienza, è particolarmente opportuno aspettare chi ha “l’orologio biologico in ritardo”, ed accogliere anche chi ha qualche “disagio”.

Può darsi però, che la bambina non sia pronta nella destrezza con i vari oggetti, gli attrezzi ed  i grandi attrezzi, che non abbia una naturale flessibilità, e la giusta tonicità, che non sappia ancora interpretare bene artisticamente alcune figure individuali e di gruppo nella danza, che non sia ancora sufficientemente creativa, che insomma, non sembri diventare una grande ginnasta; (siamo sicuri che è proprio questo poi, l’OBBIETTIVO PRIMARIO?).

L’obbiettivo primario, sopratutto per le più piccole, come dicono i docenti universitari di “Psicologia dello Sviluppo”, è che le bambine devono “imparare ad affrontare e superare gli ostacoli”. Se i piccoli manifestano il loro disagio attraverso il corpo con sintomi importanti (mal di pancia, aggressivita’ gratuita, vomito, ecc), è naturalmente opportuno comunicare e verificare il comportamento con le insegnanti della scuola e le nostre docenti e decidere insieme di cambiare attività (ultima ratio). Ma cambiare così (può succedere ed è successo cambiando scuola materna o insegnante al primo ciclo) dà alla bambina alcuni messaggi sbagliati, ed implicitamente negativi:   a)* se piange e fa i capricci può ed ottiene ciò che vuole. b)* impara subito, presto e bene, che se la realtà non le piace la può cambiare a suo piacimento (pericoloso). c)* la vita è piena di ostacoli che non spariscono, non si può e non si deve insegnare loro “modalità di fuga”, “getta la spugna”, “cambia scuola”; è dovere insegnare loro che gli ostacoli vanno affrontati e superati, se possibile, da sole (migliorerà sicuramente la loro autostima ).

Se siete arrivate fino qui, CORAGGIO, provate a leggere questi concetti che cercano di puntualizzare ulteriormente la nostra ricerca pedagogica-sportiva in continua evoluzione. Essendo il più “vecchio” del Gruppo Insegnamento ho preso coscienza che è impossibile cambiare il mondo dello Sport; ora sono più “libero” però, ed insieme ai giovani “C.E.C.”, mi è più difficile “mollare”.

sembra essere PSICOLOGIA SOCIOLOGICA spicciola, ma;

l’analisi, anche politica (in senso lato), volutamente sintetica e schematica qui proposta, può apparire eccessivamente e provocatoriamente pessimista; purtroppo per alcuni versi non lo è. Vi preghiamo pertanto di porre l’attenzione sulle:

1.TRASFORMAZIONI SOCIALI profonde degli ultimi 30 anni, e la crisi epocale dei valori guida.

  • Crollo del “principio d’autorità”.
  • Crisi dei valori istituzionali.
  • Venti anni di T.V. commerciale, che hanno allontanato i giovani dal piacere della cultura vera.
  • Potere che la pubblicità esercita sugli adolescenti (kid marketing, halloween, ecc).
  • Falsi bisogni creati con spinte (quasi) coercitive (moda, gadget, fast food, ecc)
  • Acquisto di beni inutili e spesso imposti dal mercato fino al consumismo patologico.
  • Modelli televisivi (e non solo) dove “l’APPARIRE” sguaiatamente,  il “SEMBRARE” e l”AVERE” chiassosamente,  è molto più importante dell”ESSERE”.
  • Comunicazione spazzatura  che ha prodotto, produce e produrrà effetti nefasti nel tempo: voyeurismo sui sentimenti veri o virtuali, voyeurismo infinito su fatti di cronaca nera, film violenti, “grande fratello”, realtà virtuale spacciata per verità assoluta, sesso mostrato in maniera ludica senza prospettarne le conseguenze, ipersessualizzazione dell’adolescenza in un mondo mediatico affamato di nuovi  segmenti di mercato,  gossip, dove essere sexy è più importante che avere intelligenza, cultura e personalità, cult della “velina”, delle “isole”, del “reality show”, ecc.

2. Maschilismo imperante e narcisismo.

3. Idolatria del DANARO, che sembra essere, purtroppo, il generatore simbolico di tutti i valori, ed idolatria del SUCCESSO, a prescindere da come si sono ottenuti entrambi.

4. Caduta dei SENTIMENTI e caduta degli IDEALI.

5. CLIMA DI CONFLITTUALITÀ negli adolescenti, sempre in crescendo; tra bisogni ed assenza di mezzi, tra dipendenza e mancanza di valori guida, tra richiesta di guida ed opposizione al sistema, nel difficile passaggio della CRISI ADOLESCENZIALE.

4. CRESCITA  del disagio giovanile, della sofferenza psicologica, della frustrazione, dell’aggressività negativa, della ribellione, dell’acquiescenza acritica, della microcriminalità del branco, della noia per assenza di corretti desideri, del bullismo scolastico o di quartiere, dei pregiudizi, dell’omofobia, dell’intolleranza e della violenza xenofobo-razzista (e non solo negli stadi), della ricerca di “facili alternative” e possibili devianze quali: tossicodipendenze saltuarie nelle discoteche e non, fumo e alcolismo (anche a scuola, purtroppo; e la legge, repressiva, è del 1934, e serve a poco, perchè occorre formazione) sempre più in crescendo, giochi d’azzardo e ludopatie (Stato biscazziere), folli corse su auto all’alba o in moto (tragico sabato notte, e l’alcolismo e le droghe sono la prima causa di morte dei ragazzi fino a 24 anni), sfide del destino, ricerca del rischio, desiderio di soddisfare bisogni indotti con ogni mezzo, ecc.

E’ bene ricordare che queste esperienze trasgressive negli adolescenti provocano forti sensazioni, che aumentano nel cervello le endorfine   (neuro-trasmettitore che suscita temporaneo benessere) però queste esperienze sono molto pericolose e devastanti.  E’  EMERGENZA EDUCATIVA? Cominciamo ad essere in tanti a pensarlo. ALLARMIAMOCI; ma quanto basta!! Ma è bene ricordare che la CRISI (svolta) ADOLESCENZIALE è anche un rifiuto dei modelli tradizionali, ed è necessaria, per chi la vive, perchè propone ideazioni nuove, spesso originali; per i genitori poco aperti e preparati,  è veramente sconvolgente; ma questa “svolta” negli adolescenti è fisiologica e può essere positiva, perché crea non solo novità; spesso li fa crescere in autonomia. La loro trasgressione è un nuovo modo di interpretare e cambiare il loro futuro e la storia del loro mondo. Ecco perchè è difficile per noi adulti, comunicare con loro, capirli (razionalmente), comprenderli (emotivamente), ma soprattutto perchè spiazzati dall’anticipo della loro “crisi”,  che si manifesta già a dodici, tredici anni. Loro ci chiedono, senza saperlo, il tempo “per mettersi al passo con le loro emozioni”; noi grandi possiamo e dobbiamo solo essere presenti, sorvegliare cautamente, sostenerli, e cautamente consigliarli.
Loro non possono affrontare con così grande anticipo sulla loro età mentale, bombardamenti di sensazioni, occasioni d’incontri, saperi ed informazioni, se non sono aiutati ad interpretarli con un percorso di formazione, perché questa CRISI  si sta presentando troppo in anticipo. Gli adolescenti precoci godono di una libertà “mutilata” perché avvertono il disorientamento per un futuro senza prospettive che genera sconcerto, senso di inadeguatezza, e che può sfociare in una possibile depressione e l’ADOLESCENZA rischia di prolungarsi più del dovuto; ma il rischio peggiore è che faranno parte della generazione “Neet” (not in education, employment, or training), giovani che non studiano,  non lavorano, ne si addestrano a farlo (sono due milioni circa), e la perdita economica per l’Italia è di oltre 32 miliardi (fonte ISTAT 2011).  La loro precoce responsabilità spesso, e forse questa è una delle cause, non trova sostegno nella responsabilità di chi li dovrebbe aiutare  a crescere. Però intanto:

  • Sappiamo dire“NO”; che aiutano le ragazze a crescere “dentro”.
  • Raramente ci diranno “Babbo dimmi di NO, se mi vuoi bene”.
  • Impediamo che le nostre ragazze continuino a pretendere.
  • Stimoliamole a pretendere da loro stesse e non da altri.
  • E’ un “attentato” al loro sviluppo psico-emotivo corretto, il soddisfare comunque e subito i loro “capricci”. Perché,
  • “l’assenza del desiderio nei giovanissimi porta alla noia, e la tetra noia, a volte a gesti devastanti”.

Sta emergendo, tra i genitori, anche quella “voglia di punire” i figli per la loro “immaturità”, ma che apre però il problema di un’altra possibile immaturità, quella di noi adulti, vedi: aspettative eccessive e proiezioni narcisistiche, molta autorità e poca autorevolezza, aumento delle separazioni, dei divorzi, delle relazioni che durano sempre meno, del disinteresse, della indifferenza, delle crisi di coppia temporanee e non  (per incapacità di comunicare), della crisi dell’uomo come padre marito e “guida”, concezione “proprietaria” degli affetti, maschilismo imperante, “amori malati” per le violenze psicologiche e fisiche sulle donne (se questi sono uomini!), dell’egoismo genitoriale, delle gelosie in genere, del rifiuto delle responsabilità, della disattenzione colpevole sull’infanzia “violata” nell’ambiente contiguo e non, ecc. Quindi, sarebbe opportuno condividere:

*Genitori, (il mestiere più difficile del mondo, e che nessuno ci ha insegnato) mettiamoci in discussione,  se abbiamo rinunciato a stabilire regole sicure, e ad imporre rispetto, se abbiamo abdicato al nostro doveroso “ruolo di guida” o siamo assenti e/o distratti. E non facciamo l’errore (come è successo nelle banlieues povere ed islamiche francesi con i “casseurs” e in moltissime scuole pubbliche multirazziali impoverite, americane ed inglesi, che sono diventate un problema di ordine pubblico con coesione sociale a grave rischio (vedi razzismo crescente), e il nostro paese sta rischiando) che l’ISTITUZIONE SCOLASTICA  e la FAMIGLIA (per famiglia intendo anche quella diversamente articolata ma che mantiene il senso della responsabilità verso i minori con maturità, spirito genitoriale, altruismo, voglia di affetto), invece di collaborare e sostenersi vicendevolmente, si “rinfacciano” le rispettive RESPONSABILITA’. Scuola e famiglie devono ritrovare “sinergia” per impedire che la sconnessione tra studenti e sistema-scuola diventi irreversibile. Sembra persino che negli adulti preposti all’educazione, ci sia un deficit di speranza più grave di quello del debito pubblico o del rischio “default” della nostra Nazione. Ed è bene ricordare che in questo quarto di secolo, gli insegnanti hanno perso: carisma, identità, connotazione, capacità di essere leader, ruolo, e censo, mantenendo però una specie di “volontariato coatto” altamente etico, perché pagati male, e ultimi rispetto al nord Europa e con i vari “tagli lineari”. La scuola non può affrontare così ciò che le compete, ed i problemi dell’accoglienza per le culture diverse, dell’assistenza sociale, dell’assistenza e dell’educazione dei diversi e dei deboli, degli aggiornamenti delle materie insegnate, e in più le riunioni varie, la correzione dei compiti, lo studio, ecc.; ma quante ore in più occorrono? E senza sopratutto uno straccio di “riforma” seria, lungimirante (la vera riforma scolastica però, la può fare solo chi ama questo mondo), che possa investire risorse per le scuole (abbiamo già il 20% di dispersione scolastica nel 2010), l’università, la ricerca, i beni culturali, e che possa salvaguardare il lavoro, il futuro delle nostre generazioni e del paese. Siamo arrivati al punto che non occorrono moderazione e “quieta non movère”, ma sicure e radicali “RIFORME”.

*Cominciamo noi adulti a capire che l’imposizione di limiti, vitale nella prima infanzia, è doverosa per contenere una creatura inesperta, che non è di nostra proprietà (è bene ricordarcelo), ma che “ci è stata affidata” per tentare di farla crescere migliore di noi; e che questa imposizione di limiti (anche attraverso una vecchia buona educazione formale e sostanziale), se è autorevole, con esempi di vita e non autoritaria (quindi, non solo a parole, perchè, “certi figli non ascoltano quello che dici urlando, ma vedono quello che fai”), resta preziosissima per tutta la loro “crescita interiore”.

*Poiché l’intelligenza e l’esperienza dei nostri giovanissimi figli non sono sufficienti, sarà il caso di riesaminare le deleghe che abbiamo affidato al mondo esterno, (alle cosiddette agenzie educative secondarie quali la società civile, il volontariato nella parrocchia, il volontariato laico, l’associazionismo in genere, la società sportiva, l’oratorio, ecc.) e informarsi ed impegnarsi di più, sui problemi della scuola (scuola pubblica, università e ricerca, ripeto, in crisi storica gravissima e non solo economica)? Non sarà il caso di PARTECIPARE tutti insieme e di più, per DECIDERE sulla FILIERA DEI SAPERI e delle COMPETENZE? Per esempio, in tema: di educazione *civica ed educazione alla *”prosocialità”, all’educazione *ambientale (risparmio energetico e dell’acqua, territorio, discariche, rifiuti tossici, fabbriche inquinanti ecc.), all’educazione *matematico-scientifica (la cultura prevalente nel passato anteguerra ha privilegiato l’orientamento umanistico, “oscurando” p.e., l’inventore del C.N.R. prof. Vito Volterra, il grande fisico-matematico ebreo), ma prevarrà sicuramente la cultura degli algoritmi (stanno preparando dei corsi per bambini di “CODING” che non è altro che un codice informatico per imparare a programmare giochi con il computer e rendere i bambini soggetti attivi della tecnologia); quindi della matematica, delle scienze, della tecnica, e dell’ingegneria; all’educazione ai *”media” (condivisione delle informazioni in attesa degli investimenti pubblici e privati sulla “banda larga” e di una ”agenda digitale nazionale” e “l’e-government”), all’educazione alla *musica (che, è notorio, migliora le capacità manuali e analitiche, e cerca l’unità tra razionalità e emozionalità), all’educazione ai *sentimenti e alle *relazioni, all’educazione *sessuale, all’educazione *alimentare (mangiare il necessario, eliminare gli sprechi alimentari, e ricercare il cibo salubre, culturalmente appropriato, prodotto attraverso metodi sostenibili ed ecologici ), all’educazione alla *mobilità, all’educazione ai *consumi, all’educazione alle *lingue straniere (uno dei tanti “codici dell’anima”, www.bilinguepergioco.it, e ormai competenza trasversale per la filiera dei saperi, non solo inglese quindi, ma ora anche arabo e cinese, ecc.), all’educazione *tecnica (e le innovative e responsabili tecnologie sostenibili, in modo critico e consapevole ), all’educazione alla *storia dell’arte! A proposito, se questo che abbiamo, è il mondo moderno della cosiddetta civiltà delle immagini (compreso la società dello spettacolo, dell’intrattenimento, e del penoso e arrogante talk-show politico e non, televisivo), argomentando provocatoriamente, forse, è meglio tentare di ricreare per assurdo, il mondo del “bello e delle immagini” come quello del Rinascimento e degli umanisti del Cinquecento, per la ricerca di un nuovo UMANESIMO di tipo SCIENTIFICO,perchè solo il pensiero umanistico ci rende sensibili ai diritti ( Ian McEwan), ed in senso moderno, la SCIENZA è l’ESSENZA dell’UMANESIMO (vedi la Tecno-scienza etica di Cantore, 2002 p.e.). Non sarà il caso, inoltre, di usare, con APPROPRIATEZZA, le innovative tecnologie perché la tecnologia modernissima, (leggi consumismo spinto, che si sta separando sempre di più dalla “scienza responsabile”) che è ormai padrona dell’economia, della finanza globale attuale e futura e della politica, che, per buona parte è diventata verbosa retorica e mestiere? E’ notorio inoltre, permettete l’inciso, che in un battere d’ali di farfalla, la finanza globale, che non ha volto, sposta investimenti immensi, spesso di dubbia origine, da un paese ad un altro se i governi e la loro politica non danno garanzie sui loro perfidi interessi. La *Tecnica Responsabile darà ai figli ulteriori strumenti di conoscenza, ciò è interesse e compito della FAMIGLIA e della SCUOLA! E non si sa nemmeno dove sono finite le “tre i”, “informatica, inglese, impresa”, queste belle parole della cosiddetta scuola del futuro, (io avrei aggiunto anche altre “i”, riprendendo le pedagogie nordiche, “interculturalità” e “integrazione”). Ma si è deciso di insegnare in classi di  trenta allievi; si è deciso di “addestrare all’intelligenza binaria del computer”, che è un’intelligenza ridotta, meno creativa, si è deciso di giudicare la preparazione dei discenti attraverso i test o i quiz all’americana, compreso l’ingresso ad alcune università; e si è deciso però, di non dare spazio “all’intelligenza problematica” che (in 2500 anni circa)  ha portato il pensiero umano a soluzioni innovative e alternative in perenne divenire; si è deciso di non educare quindi, perchè una società ignorante crea vantaggi ai vari “poteri” (Critica del pensiero calcolante, 2007, U.Galimberti).  Un ex ministro creativo (!?) affermava che con la “cultura non si mangia” e siamo scesi al penultimo posto mondiale per investimenti nel settore scuola, perciò è necessario ridare fiducia a tutto il sistema educativo, perchè lo “spread” sulle varie conoscenze, nei confronti della Germania, per esempio, è più alto di quello economico-finanziario. Una volta per tutte dovremo decidere, se la scuola debba essere un luogo di “RICERCA” o di “INDOTTRINAMENTO”. Inoltre, ancora per inciso, se la letteratura e l’arte sono il viatico per le emozioni ed i sentimenti (retaggio incommensurabile della cultura e della filosofia occidentale d’origine greca), essa deve essere coltivata anche e sopratutto a scuola; “la tecnica precede il sapere ed il sapere è la memoria delle operazioni tecniche riuscite e utili al progresso dell’uomo, selezionate in un milione e duecentomila anni”. La letteratura, l’arte, la poesia, ecc, che in ultima analisi sono alcuni  dei tanti codici della tecnica a misura d’uomo, per la “comunicazione dell’anima” e soprattutto perché sono il “Mondo della Vita”, sono l’insieme dei riti (il teatro nell’Atene del populista Pericle era un rito primario), miti, memorie, tradizioni, storie, pratiche religiose, codici di comportamento, regole, ecc; quindi dall’”homo faber” in poi, forse, la “thècne” è stata l’essenza dell’”homo sapiens sapiens” (U.Galimberti, 2006, Vacances de l’esprit, Soprabolzano). Sembra persino, che l’uomo non sia più il soggetto della storia se la tecnica non è più responsabile e non ha in vista il miglioramento della condizione umana. Una cosa è il progresso che qualitativamente migliora l’esistenza umana (Pasolini), una cosa è lo sviluppo che dovrebbe migliorare quantitativamente l’umanità, distruggendo nel contempo, le ultime risorse della terra, e noi occidentali siamo i primi responsabili di questo possibile disastro. Che senso ha che la tecnica (esempi limite) faccia sperperare danaro per armamenti, e studi sulla bomba atomica, quando quelle esistenti possono distruggere la terra diecimila volte? O si ricerchi strumenti di morte, quando ogni minuto muoiono otto bambini di fame e malattia nel terzo e quarto mondo? Ma tutti questi assunti suesposti,  che c’entrano con l’EDUCAZIONE INTEGRALE e la GINNASTICA dei vostri figli?

Pensateci bene, c’entrano, eccome!

Genitori, e a proposito ancora d’educazione tecnologica, pensate che la rivoluzione tecnologica in genere e la veloce rivoluzione delle comunicazioni stanno trasformando le economie, le finanze e le basi sociali delle democrazie occidentali, vedi i “paesi PIIGS”, e dei popoli giovani di cultura arabo-islamica mediterranea (dal futuro incerto e pericoloso per il mondo occidentale, perchè l’integralismo islamico sacralizza la politica e politicizza la religione), e sopratutto medio-orientale, indiana, cinese, brasiliana e del sud-est asiatico, che si stanno attrezzando alla rivoluzione del welfare state, e queste saranno veramente “rivoluzioni” sociali che condizioneranno il futuro delle generazioni occidentali. Nel 2011/2012/2013 (per l’art. 2 della legge 133 del 6 agosto 2008) era previsto l’arrivo, nelle scuole, del libro digitale, innovazione rivoluzionaria della didattica (gli allievi studieranno insieme e formuleranno insieme anche testi didattici) che prevede un risparmio notevole circa l’acquisto dei “libri informatici”. Le case editrici si stanno attrezzando in ritardo; pensate: i testi scolastici ( i cui costi stanno sempre aumentando) sono inseriti in un tablet, un eReader, un eBook (nella scuola primaria sudkoreana ogni alunno ha un eBook pagato dallo Stato già nel 2010), un iPad (ma le famiglie sono tutte poco informate). La quasi totalità delle nostre scuole (2009/2010)  hanno ancora poche lavagne multimediali interattive e molti insegnanti (50%) sono anziani ed impreparati alle novità, e a questa rivoluzione. Inoltre molti giovani precari pluridecennali sono delusi e demotivati, ma forse ancora con il desiderio di “educare insegnando”, ed ancora con il senso della Cosa Pubblica, (anche se la burocrazia è in buona parte inefficiente, e sembra essere al servizio solo di sè stessa); ed il tutto rende difficile tale missione.

Consideriamo che la colpa non è soltanto dei docenti, perchè l’aggiornamento costa, e questo “nuovismo” spesso, è privo di “contenuti” importanti,  ma che prevede opportunamente un nuovo modo di avanzare nella conoscenza, per interessi, curiosità, stimoli, connessioni, che invita il discente a costruirsi in autonomia, con l’aiuto dell’insegnante sempre più “tutor”, e meno trasmettitore di conoscenza dall’alto. L’Italia rischia di non essere più un paese per insegnanti (vedi, il “precariato” assurdo), vuoi, per una formazione universitaria non sempre adeguata, vuoi, perchè chi si dedica all’insegnamento  non ha frequentato un corso di psicologia dell’età evolutiva, vuoi perchè la loro immissione è governata da un sistema caotico di norme (concorsi, liste del precariato, cattedre che spariscono, ecc.?), vuoi perché, per la loro carriera si tiene conto soprattutto dell’anzianità, e non della formazione, dell’auto-formazione e sopratutto del MERITO, anche se l’arte e la passione per l’insegnamento sono doti naturali. Ricordo che negli anni sessanta, la mia generazione aveva la certezza che dopo il diploma di laurea, e il concorso per l’abilitazione, entrava subito in ruolo dopo aver vinto il concorso nazionale per la cattedra. Aiutiamo quindi, questi docenti a formare i nostri giovani affinchè possano avere buone “chance” sul mercato del lavoro e per poter offrire loro, almeno tre competenze importanti: a) *l’abilità nel comunicare, b) *l’attitudine nel lavoro al “gioco di squadra”, ma sopratutto, c) *la capacità di pensare in senso critico, con pensiero divergente e creativo, per risolvere i problemi “del fare” presenti e futuri.

Genitori, ricordiamoci che la Scuola e l’Università Pubblica (sono incapaci di autoriformarsi; ricordiamoci anche che dal 1973/74 sono diventate, e ancora di più e per motivi elettorali negli anni 80, terra di “stipendifici”, baby pensioni, baronie varie, ecc.; scuole ed università dicevo, troppo spesso allocate in strutture insicure e non a norma), sono però il nostro BENE comune, sono la metafora di ciò che vorremmo essere come Nazione e Stato, con respiro, cultura, filosofia, ideali, competitività e dimensione europei (utopia razionale, in senso FEDERALE e POLITICO non solo economico-finanziario-monetario e fiscale; senza essere però, ostaggio delle banche, degli speculatori e del mercato globale e della finanza “pazzi”, e della politica internazionale e nazionale che non dà regole politicamente sicure e precise per prospettare il “nuovo”). Purtroppo l’Europa è stata pensata bene ma costruita male, e nessun paese vuole ormai istituire una vera federazione europea.

I nostri sistemi educativi devono rimanere il luogo delle opportunità per tutti, sopratutto della nostra presente e futura “intellighentia” che sta emigrando (310mila laureati e ricercatori in 10 anni) ; un “Gap” gravissimo per i prossimi trenta anni, ed i paesi nostri concorrenti fanno esattamente il contrario, perché sono a caccia dei “talenti” ed investono milioni. Essi non sono quindi, solo strumenti utili al servizio del mercato, magari  per trovare un lavoro precario (abbiamo già una generazione “perduta” di giovani precari, giovani e non più giovani, disoccupati purtroppo, soprattutto donne), e per diventare poi puri consumatori. “Accrescendo i bisogni inutili, si tiene l’uomo occupato anche quando egli suppone d’essere libero”, dice Montale, e per continuare a soddisfare bisogni inutili ci riempiamo di debiti che ricadono sui nostri nipoti. La Scuola e l’Università sono la condizione fondamentale per formare uno SPIRITO CRITICO, un PENSIERO DIVERGENTE, e CREATIVO. Ci educano al gusto delle cose “belle” e “difficili”, (abbiamo un patrimonio storico-artistico-paesaggistico unico che è l’essenza e l’identità culturale, morale ed in parte,  economica, del nostro paese). Ci educano a risvegliare delle “doti” nei nostri figli; i genitori si dannano d’insegnare loro, solo ciò che è utile, funzionale, vantaggioso ed efficiente, seguendo “il pensiero calcolante”, e questo è l’essenza della “futura ipertecnologia”, rischiando di dimenticare però, ciò che è  giusto, vero, bello, buono, sacro, ecc. Ai giovani spetta di “ripensare il loro mondo”, impedirne la decadenza, e inventare cose nuove perchè possano leggere l’indecifrabilità del mondo futuro e le sue possibili angosce. E inventare nuovi “lavori atipici” (aiutiamoli molto in questo), ritrovare quelli perduti del “saper fare con le mani”, con “la terra” e un nuovo “stile di vita”, con modelli di sviluppo decisamente diversi, “minimali” forse, ma che tengano conto anche delle poche risorse rimaste, per non seguire una crescita infinita assurda, e senza “economia giusta”. Il Downshiftig e Downsizing (vedi Wikipedia) sono un comportamento volontario e collettivo per adottare modi di vita semplici, rinunciare al superfluo, sfuggire al materialismo ossessivo, per ridurre lo stress ed i danni psichici e fisici che ne derivano.Infatti si sta già pensando al “consumo collaborativo” per risparmiare varie energie (vedi la Sharing  Economy).

POSSIAMO PROVARCI!

Le famiglie italiane (75/80%) investono e hanno investito, ricercando qualche certezza nel
risparmio, più volentieri sul “mattone”, e meno sulla capacità futura dei figli di produrre reddito grazie agli studi e alle conoscenze universitarie; e purtroppo l’economia e la finanza globale, in questo periodo critico (peggiore della crisi del 1929),  non tengono minimamente conto delle competenze acquisite dai giovani laureati (al nostro paese comunque mancano diplomati e laureati con conoscenze tecnico-scientifiche e tecnico-professionali, e siamo fra gli ultimi in Europa come percentuale di laureati). Ricordiamoci che, forse, non saranno sufficienti diplomi, lauree e master tecnico-scientifici, o il cordone ombelicale del familismo o delle raccomandazioni politiche (la politica, ripeto, è diventata un mestiere corruttibile, rischia di diventare solo retorica che “blatera”, che non sta rispettando più la tradizione, i valori, gli ideali e gli interessi legittimi della gente, e del paese come BENE COMUNE), per affrontare il mondo; occorrerà che questi nostri figli abbiano gli strumenti per VOLARE da SOLI CON CARATTERE e DETERMINAZIONE, e affrontare la vita a …..
“muso duro”

Questo vale anche per l’educazione sportiva (parallelo irriverente?), e quest’ultima aiuta comunque, a VOLARE da SOLI; e nello specifico, ripeto…..

Il nostro piccolo progetto quindi, prevede il coinvolgimento di tutte le famiglie delle nostre allieve, per ricercare insieme l’obbiettivo della loro  educazione “integrale e totale”. ATTENZIONE.
Provo a sintetizzare argomenti difficili che meriterebbero un più ampio sviluppo.
Questa esperienza motoria e sportiva, dovrebbe avere il pregio (mettiamo il condizionale, perché sono veramente tante le variabili che ne determinano il risultato, e che fanno emergere le nostre incertezze), non solo di educare la loro salute mentale e fisica ma di dare loro anche elementi che sviluppano il senso del “noi” ed il senso del “io sono perché noi siamo”. Inoltre quest’attività dà loro strumenti corretti di difesa e promuove loro le COMPETENZE PROSOCIALI, in antitesi alla “indifferenza” dilagante. Il tutto, aiuta le bambine ad avere meno problemi di tipo “internalizzante”, quali l’ansia e la possibile depressione, ed “esternalizzante”, quali l’iperattività, il bullismo e l’aggressività negativa. Da ciò, emerge la tolleranza, la solidarietà (ridotta  oggi a feticcio e slogan buonista), e l’accettazione dei DIVERSI. Inoltre, sviluppa la RICERCA del PENSIERO CRITICO, DIVERGENTE e CREATIVO ( sinonimo di libertà, che non è egoismo individualista, ma dignità, rispetto delle regole comuni, e quindi “ETICA” in senso lato). Questo progetto educativo può determinare anche l’intuito e l’immaginazione quali elementi spesso più importanti della razionalità e molti studiosi di neuro-scienze ne sono convinti. E ancora, la ricerca di un “idem sentire”, la ricerca  di una morale condivisa, il desiderio e  la capacità di progettare il proprio futuro e la sua condivisione, come suggerisce la moderna psico-pedagogia. Ed infine, la ricerca dell’*ERA della RAGIONE*. A questo proposito anche se può apparire antitetico, è bene ricordare che le nuove ricerche sulle neuroscienze  parlano volentieri d’interconnessioni profonde, e percentuali altissime di sinapsi, nel cervello femminile, tra la corteccia ed il cervello arcaico, che è la sede delle intuizioni e dei presentimenti, e la sede delle emozioni e dei sentimenti (una particolare intelligenza emotiva che è l’elemento fondativo della capacità RESILIENTE femminile), mentre il cervello dei maschietti è più logico-razionale. Se l’imprinting genitoriale indirizzasse le bambine verso un approccio più S.T.E.M. (acronimo che sta per scienza, tecnica, ingegneria, e matematica), per la risoluzione dei problemi e non solo scolastici, non ci sarebbe questo gap matematico che non è innato e biologico, ma frutto di una differenza educativa di tipo socio-culturale e religioso (non è un caso che gli ayatollah iraniani hanno escluso le donne da molti indirizzi universitari scientifici, perchè molto più acculturate e brave dei maschi p.e.); e le bambine avrebbero più autostima nello specifico (ai maschietti si dice più volentieri “metti il quadratino qui e lì metti il triangolo in un puzzle, alla femminuccia le si chiede dove ha messo il cappellino della barbie”, tanto per capirci).  E’ importante ricordare inoltre che non bisogna far sperimentare, ai fanciulli, la PAURA DI NON ESSERE ALL’ALTEZZA, e l’ANSIA DA PRESTAZIONE. Già la scuola (così com’è combinata, perché sembra essere meno accogliente, all’insegna, spesso, della precarietà), le varie discipline artistiche, le relazioni con gli amichetti e le amichette, ed il mondo degli adulti, possono essere elementi di disturbo emotivo, quindi facciamo in modo che le bambine non provino  sentimenti di vergogna nei confronti delle ASPETTATIVE ECCESSIVE DEI GENITORI E DEGLI INSEGNANTI. Pertanto, il CEC propone, che gli adolescenti debbano DIVERTIRSI e RILASSARSI con le attività ludico-motorie, perchè tutte queste esperienze fanno parte del DIRITTO alla FELICITA’ INFANTILE e perchè lo sport ed il giuoco non devono possibilmente essere occasione di stress. Perciò, (è solo un consiglio), DUE ( o tre) ATTIVITA’ dopo la scuola, sono PIU’ CHE SUFFICIENTI; non rubiamo loro l’infanzia; le bambine non sono necessariamente CONDANNATE AL SUCCESSO (vanno solo invitate all’IMPEGNO e alla ricerca del MERITO, però facendo bene attenzione a chi decide quale è il merito) e questo vale anche e sopratutto per i maschietti se hanno “mamme-tigri”, stile U.S.A., o stile  “cultura shintoista e confuciana” (*teniamo però presente che genitori-chioccia allevano figli ansiosi*). ATTENZIONE: a questo proposito, in seguito è particolarmente opportuno che, scuola e famiglia non spianino le difficoltà che gli studenti dovranno certamente incontrare, ne va della loro autonomia futura e del loro lavoro (vi ricordate i bamboccioni, questi adolescenti di lungo corso, “adultlescent”, mammoni?). Fra una decina d’anni occorrerà avere una laurea per lo svolgimento di lavori cosiddetti “umili” (assistenza agli anziani ed ai malati, ritorno ai lavori del contadino, ritorno ai lavori artigianali, ecc.) ed “atipici”; l’unica via di uscita (sembra), è puntare sullo sviluppo sostenibile: “sostenibilità sociale e ambientale”, e sicuramente valorizzare, per esempio, lo sviluppo del turismo attraverso le ricchezze culturali, paesaggistiche, artigianali ed enogastronomiche della nostra nazione, attraverso una vera cultura del territorio che è stato in parte devastato.

PERCHE’ UTLIZZARE “LE GINNASTICHE”  COME VEICOLO EDUCATIVO?

Non è possibile volersi sostituire alle due Agenzie Educative Primarie. La nostra attività sportiva si propone come funzione complementare a quella che già svolge, o dovrebbe svolgere principalmente sul piano affettivo la famiglia, e sul piano cognitivo la scuola, e (dicono molti pedagogisti), i nuovi linguaggi di comunicazione ed informazione che sono fondamentali per la preparazione dei discenti già a sette anni (vedi alcuni paesi nordici). Ecco alcuni esempi: dalle applicazioni educative alle telecomunicazioni, dalla  tele-didattica alla  tele-conferenza, dai sistemi aperti alla realtà virtuale e ai social net-work, tipo “Facebook” (ipervisibilità e ipertrofia dell’ego?), ecc. ATTENZIONE però; secondo la Società Italiana di Pediatria (anno 2009), buonissima parte delle famiglie ha un computer; il 50% di questa nostra “ web generetion” lo tiene nella propria camera, ed il 76% non lo usa soltanto per scaricare musica o connettersi a “You Tube”  e  “Messenger”. La polizia postale avverte che, stanno aumentando percentualmente i rischi di cyber-bullismo, sexting (immagini a carattere sessuale) e pornografia (www.sicurinrete.it). I ragazzi e le ragazze  “in rete”, oltre a perdere ogni momento d’individualità e di riflessione, possono crearsi un gruppo virtuale, fra amici veri e non, e questo gruppo rischia di essere una “second family” che non ha nulla a che vedere con il senso della famiglia e del “noi” autentico. Ed è dannoso anche regalare telefonini d’ultima generazione ai figli, se poi questi ultimi finiscono per essere oggetto di offese e molestie, perché la nostra incompetenza d’uso è evidente (digital divide).  PERTANTO I GENITORI E GLI INSEGNANTI DEVONO IMPARARE BENE QUESTI LINGUAGGI NUOVI, SE TENGONO AL FUTURO DEI BAMBINI LORO AFFIDATI, sapendo però costantemente, che “l’intelligenza binaria” dei computer é meno creativa (anche se la tecnica “spinta” sarà il futuro del mondo, rischiando che diventi il ”pensiero unico”, non essendoci per ora filosofie alternative), rispetto a quella “problematica” del pensiero greco, che rischiamo di perdere, anche se è notorio, ha proposto e propone soluzioni alternative ed innovative ed è da duemilaseicento anni il “Mondo della Vita”.

Perciò, noi siamo convinti che l’interagire ed il compenetrarsi di tutti questi ruoli diversi se sono orientati verso questo unico obbiettivo, siano in grado  di eliminare i  possibili rischi  sopra esposti; e che il nostro piccolo progetto rappresenti comunque, un limitato ma concreto mezzo educativo, per aiutare il processo di sviluppo della personalità delle nostre bambine e ragazze.
Ripeto ancora, noi crediamo comunque, che nonostante gli errori che noi adulti faremo, se manterremo questo atteggiamento sinergico nell’educare con ruoli distinti, ma con un unico obbiettivo, perchè è una ricerca doverosa comune, possiamo pensare che le bambine e le ragazze potrebbero (uso il condizionale, perché le variabili sono veramente tante) avere:

  • la capacità di comunicarci paure, sensazioni ed emozioni
  • l’opportunità di crescere bene, sane, con  “autostima”
  • uno sviluppo eutonico, eumorfico, euritmico, come dicono i pediatri,
  • un accettabile senso critico, e il senso della ricerca del merito,
  • il piacere di confrontare il proprio pensiero divergente in modo assertivo,
  • il dovere e il privilegio della responsabilità,
  • qualche buona difesa in più nei confronti di questo mondo “strano” “veloce” e “competitivo”,
  • il modo di scegliere e progettare il proprio futuro, appropriandosi delle ultime tecnologie,
  • il gusto di scoprire, capire (razionalmente) e comprendere (emotivamente), i doveri e i diritti,
  • il gusto del dubbio, ed essere curiose intellettualmente,
  • il piacere di affascinarsi più per le “idee” che per le “cose”,
  • e cercare, il piacere della sobrietà, e dei beni immateriali,
  • il dovere di accettare il proprio corpo così com’è, perchè la bellezza è “dentro”,
  • l’amore per la “cultura” e la “bellezza”, unici patrimoni ereditati del nostro paese.
  • il piacere di pensare bene, per vivere bene il futuro.

E  in questo nostro “strano mondo” (senza vera cultura; senza buona politica, che spreca, perché priva di spirito civico e di servizio; senza adeguata, corretta, e non corrotta amministrazione; senza doverosa solidarietà) che corre troppo veloce, e chissà dove, se saremo capaci di non togliere  loro la gioia della vita da adolescenti, ed “il Mondo della Vita”, forse avremo assolto il nostro compito.
Vittorio.

LETTURE:

“Piacevolissimevolmente Sport”, Psicologia e Prevenzione nella pratica sportiva, dott. Antonio Puleggio, U.S.L.6 Livorno.
Progetto FAIR-PLAY del CONI provinciale di Livorno
“Il bambino sovrano” di Daniel Marcelli, Pedo-psichiatra, docente Università di Poitiers.
Articoli del prof. P. Charmet, tratti da: “I nuovi adolescenti” Ediz. Cortina, docente di Psicologia Dinamica, Università Statale di Milano.
Articoli e Dispense del prof. Duccio Demetrio, docente di Pedagogia Generale ed Educazione  per Adulti, Università Bicocca Milano.
“Principi della Pedagogia Piagettiana” EPI.S. editeurs Paris.
“Les contrastes” di Aucouturier e Lapierre  S.F.E.R.P.M. Universite de Poitiers DOIN Editeurs 74
“Il corpo nella dinamica educativa” Pierre Vayer, Jean Destroorer Educativa Emme 71.
“Verso la scienza del Movimento Umano. Le Boulch. Ed.Armando. 1969.                                    “La matematica attraverso i Sensi” “Le sei tappe del processo d’apprendimento in Matematica” Dispense del Prof. Dienes, progetto della Scuola Elementare La Rosa, Livorno, 1979/82.
“Simbologia del movimento” di A. Lapierre e B.Aucouturier  Edipsicologiche Cremona
“Rilevamenti statistici” O.C.M. del prof. A. Buonaccoersi, CONI Livorno.
“La programmazione dell’insegnante” di M. Pieron, Univ. Statale di Liegi. 1968.
“I miti del nostro tempo” di U. Galimberti, Feltrinelli Editore.
“A piedi nudi nel verde” di A. Oliviero Ferraris, doc. di Psicologia dello Sviluppo, Sapienza Roma, e A.Oliviero Ferraris, doc. Filosofia della Scienza. Orvieto.
“Educazione Motoria e Polisportiva” Comitato regionale del CONI toscano, Pacini Editori Pisa.
“Educazione Psicomotoria” CE.S.FOR. dell’ARCI-UISP di Livorno, di V.B. 1973/75.
“Progetto 2000″ CE.S.FOR. per il C.A.S. dell’ACLI Basket, e del S.A.T. del Tennis Club Libertas Livorno. di V.B.